Cambiare L’Acqua Ai Fiori -Valerie Perrin

Photo Credits: Freepik
Ah Valerie Valerie …alla fine anche io sono caduta nella tua rete!
Il tuo romanzo non era tra i titoli presenti nelle mie tante liste di “libri da leggere”, anzi…non provavo alcuna curiosità come spesso accade quando tutti ne parlano, tutti lo leggono e… bla bla bla! Poi, però, due care amiche del mio gruppo di lettura, lettrici stilose, inaspettatamente hanno letto e commentato Cambiare l’acqua ai fiori e così una vocina mi ha spinto in libreria, l’ho acquistato e l’ho letto. D’un fiato.
Violette è uno dei pochissimi personaggi a cui non sono riuscita a dare un volto; di solito, quando leggo, nella mia testa si apre un “sipario parallelo“ in cui immagino scenario, contesto, personaggi…una sorta di sceneggiatura cinematografica! Per me Violette è stata senza volto, senza espressione, quasi priva di fisicità, come un angelo, come una presenza buona.
Non immaginavo che la trama si snodasse in un cimitero e ho trovato l’idea davvero originale. Tra le pagine del libro, il camposanto si spoglia della tristezza e diventa un luogo diverso, speciale. Conserva il suo misticismo ma profuma di serenità, di dolci ricordi, di vita vissuta, di legami, di resilienza e raccoglimento.
Credo di aver individuato il motivo dell’enorme successo che l’ha travolto: Cambiare l’acqua ai fiori suscita nei lettori, in particolare nelle lettrici, molteplici emozioni. Una di queste però arriva in modo speciale.
Hai accesso i riflettori sui più bui anfratti di un’anima calpestata, hai interpretato le sensazioni più intime in modo diretto, senza utilizzare toni sdolcinati ma con estrema semplicità e naturalezza, hai dato voce a una forma di sensibilità definita talvolta “patologica”. Hai anche soddisfatto l’effetto sorpresa nel finale sottolineando quanto la cattiveria umana possa alimentare le conseguenze perverse delle ingerenze.
La casa di Violette è apparentemente cupa e triste ma nasconde alcune stanze allegre e colorate in cui potersi rintanare chiudendo il resto del mondo fuori … così come i suoi due guardaroba, uno chiamato inverno e l’altro estate i cui nomi però fanno riferimento alle circostanze e non alle stagioni.
Questa voglia di proteggere quell’unico angolo felice e spensierato di un’anima torturata dalle circostanze della vita, descrive perfettamente la forza che prepotentemente si fa spazio per combattere l’infelicità e che porta a sopravvivere, non a vivere. Vivere è tutt’altra cosa.
CITAZIONI:
- Nessuno dice mai che si può morire per averne avuto troppo spesso le palle piene.
- P. T. è diventato il mio unico centro d’interesse, ho concentrato su di lui tutto ciò che ero e che avevo, tutto il mio essere su un’unica persona. Se avessi potuto abitare dentro di lui non ci avrei pensato due volte.
- È un lusso essere proprietari del proprio tempo, lo ritengo uno dei più grandi lussi che l’essere umano possa concedersi.
- C’è qualcosa di più forte della morte, ed è la presenza degli assenti nella memoria dei vivi.
- Ero sempre scesa a patti con la vita, avevo sempre visto l’aspettò positivo delle cose, quasi mai la parte in ombra.
- Ogni volta che lo faceva mi perdeva un po’. In un substrato più perverso della sua mente aveva capito che avevo una paura matta di essere abbandonata, quindi che non me ne sarei andata.
- Credo di aver sempre avuto il riflesso istintivo di non disturbare.
- Che sono le lacrimanze? È una parola che ho inventato io e che riunisce malinconia, sensi di colpa, rimorsi, passi avanti e passi indietro. Tutte le cose che ci avvelenano la vita, insomma, quelle che ci impediscono di evolvere.
- Secondo me le eredità non dovrebbero esistere. Penso che bisognerebbe dare tutto alle persone a cui vogliamo bene in vita, il proprio tempo è il proprio denaro. Le eredità sono state inventate dal diavolo per dilaniare le famiglie. Io credo solo alle donazioni in vita, non alle promesse della morte.
Chi è Valerie Perrin?
È nata a Remiremont nel 1967 ed è una scrittrice, fotografa e scenografa francese, compagna del regista Claude Lelouche. Alle elezioni europee del 2019 si è candidata col partito animalista.
Cambiare l’acqua ai fiori, in Italia, diventa un caso editoriale, salendo, dopo oltre un anno, in cima alla classifica generale. La casa cinematografica Palomar ne attingerà un film.
Pubblicato per gentile concessione di Marilù Iavarone e di BookLovers.

Vivo in tutti i posti dove i libri che leggo mi portano. A quarant’anni ho dato una svolta alla mia vita, dedicandomi alle mie passioni: lettura, scrittura e creatività.
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